Emozioni e trading - 5  
Dunque, siamo arrivati all'ultima tappa del nostro viaggio sulle emozioni nel trading. 
Oggi parleremo del "disgusto" o, più precisamente del "disprezzo". 
Entrambi trovano come connotato neurovegetativo un senso di ripugnanza o nausea, il primo verso qualcosa, in genere commestibile, il secondo verso qualcuno. La natura delle due emozioni è la stessa e, in genere, le riflessioni che si possono fare per la prima sono le stesse che per la seconda. Assumendo, come sopra detto, che "...La Borsa la fanno gli uomini..."continuerò sul Disprezzo, lasciando ad ognuno di voi l'equivalenza "Disgusto-Disprezzo". 

La differenza fondamentale tra questa e le altre emozioni già trattate, è l'intrinseca valenza sociale che essa assume come valutazione e conseguente reazione dei comportamenti che altri hanno assunto nei confronti di norme sociali chiare e condivise. Mi spiego meglio:
Il disprezzo nasce come reazione al comportamento di qualcuno che ha palesemente violato delle norme sociali. E' quindi un'emozione che nasce dalla natura sociale dell'uomo e rappresenta una sorta di punizione verso qualche "ripugnabile" comportamento altrui. Quando si prova disprezzo, il rapporto con l'altro è troncato in maniera definitiva e, tornando al trading, se si arriva a questa emozione quasi sicuramente si è giunti ad un "punto di non ritorno": si è sviluppata in noi, lentamente, la consapevolezza che quella "lealtà" assunta all'inizio del "gioco", non esiste e che qualcuno si sta approfittando della nostra lealtà ed onestà. Nei confronti di questa consapevolezza, l'unica emozione possibile è il disprezzo e l'unica reazione è tagliare i ponti per sempre con queste persone e con quello che esse rappresentano, in altre parole... smettere. Smettere di avere a che fare con loro e quindi, nell'impossibilità di allontanare loro, perché superiori, andarcene investendo le nostre energie verso campi d'interesse più leali ed onesti. 
Da quanto sopra esposto è chiaro un equivoco di fondo da parte di costoro: che la Borsa sia un luogo dove onestà è lealtà determinano le citate "regole del gioco". Certo, non significa che tutti quelli che operano debbano essere disonesti o sleali, ma che proprio fra le regole del gioco vanno contemplate la disonestà, il non rispetto di regole condivise: come dire: "unica regola, nessuna regola". Capire ciò ci pone in una posizione di "superiorità" rispetto agli altri, quelli che fanno il "gioco sporco" proprio perché si è in grado di "prenderli con le mani nel sacco". Il Disprezzo allora si trasforma in Derisione che rappresenta appunto: l'elemento attivo di ostilità e rabbia nei confronti del "disonesto" si è trasformato, grazie al senso di superiorità insito nell'assunzione della "regola" enunciata in un "ghigno di derisione", una sorta di: "credevi di farmela?..." 

Come al solito mi permetto solo un'ultima considerazione: proprio per quanto sopra detto, questo è "un gioco" in cui non si è tutti uguali, alcuni, quelli superiori, vincono, gli altri perdono! Non riuscire a passare dal disprezzo alla derisione significa essere incapaci di porsi in una situazione di superiorità rispetto agli altri, quindi o si interrompe il "gioco" o ci si rassegna ad "essere perdenti". 

Siamo giunti al termine del nostro "viaggio", forse ora ci conosciamo un po' meglio... sicuramente ci siamo resi conto che le "variabili" in gioco nel trading sono molte e quello sulle emozioni è solo uno dei tanti punti di vista possibili... punti di vista personali che affondano le loro radici nel profondo dell'inconscio e che danno ragione a quanti credono, ed io sono tra questi, che in Borsa, il "nemico" principale, quello con cui dobbiamo fare continuamente i conti per evitare di perdere, è il nostro "Sé", la sua impulsività... i suoi istinti ed emozioni... le sue motivazioni nascoste e le sue aspettative profonde... al cui interno si nasconde insomma il significato stesso del nostro "Esistere".

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