I meccanismi di difesa - 10  
Oggi, prima di iniziare, permettetemi solo una considerazione... 

Sicuramente quando ormai qualche anno fa iniziai ad interessarmi di Borsa e di Mercati mai avrei pensato di finire per "conciliare" questi due miei interessi apparentemente così distanti la cui "fuga" dall'uno dava il significato dell'esistere dell'altro... ma la vita va al di là delle apparenze... 
Quasi per caso all'inizio... quasi per gioco, dove la parola "gioco" assume il senso del divertimento personale, mai quello della superficialità, mi sono ritrovato a riflettere e condividere con voi i significati dei risvolti psicologici del trading...
Ringrazio chi mi ha dato questa possibilità, il nostro padrone di casa dott. Natale Lanza, la sua disponibilità e ospitalità ha permesso l'incontro fra queste mie due anime, ora finalmente in pace fra loro... spero di non deludere ne la sua né le vostre aspettative... 

Dunque, riprendiamo il discorso...
Ci siamo lasciati con gli occhi chiusi ad immaginare di volare, alla fine di una riflessione che ci ha introdotti nel capitolo dei "meccanismi di difesa immaturi":
1. SOMATIZZAZIONE
2. IPOCONDRIA
3. FANTASIA SCHIZOIDE 

SOMATIZZAZIONE:
"(...) La persona tende a reagire con manifestazioni somatiche piuttosto che con sintomi psichici. Nella desomatizzazione le risposte somatiche infantili sono sostituite da pensieri ed affettività (leggi "emozioni" n.d.r.). Nella Risomatizzazione, la persona regredisce a forme somatiche più precoci quando deve risolvere conflitti". (1) 

Spero che, alla luce di questa definizione, il discorso sui "mal di pancia dei bambini" fatto la scorsa settimana inizi ad acquistare un certo significato... 

Ma cosa c'entrano queste apparenti "intolleranze alimentari" con il nostro trading?
Intanto, per iniziare, a renderci conto di come la vita ci porti a volte a fare passi avanti... a crescere, permettendoci e rendendoci capaci di pensare ed emozionarci di fronte agli "eventi di tutti i giorni" anche i più banali, figuriamoci di fronte al trading che, almeno per noi, tanto banale poi non è...
Altre volte invece, i passi non sono avanti ma indietro... "regrediamo" traducendo gli accadimenti in malori corporei... tornano i "mal di pancia" insomma, abbandonati dai tempi della scuola...tanto più quanto ci troviamo di fronte a "conflitti", almeno così ci indica la nostra "definizione di riferimento". 

Anche in questo caso, quindi, qualcosa ci distoglie dall'emozione provata, il vero "segnale" da analizzare ed interpretare per prendere le misure ai nostri comportamenti e scelte operative... 

La difficoltà nel tradurre e riportare al loro significato originario questi segnali corporei così diversi per ciascuno (gastriti, aumenti della pressione arteriosa, cefalee, digestione lenta ecc) sono enormi e dovute al fatto che, spesso, queste manifestazioni, presentandosi in forma lenta ed insidiosa ed evidentemente anche relativamente innocua, vengono "inglobate" nella generica interpretazione "è lo stress" inserendo così in un unico "calderone" tutti i fattori di stress presenti contemporaneamente, ora ed adesso, nella nostra vita quotidiana... fra cui, sicuramente, il trading.
Viene meno così il "messaggio emotivo" che ci indurrebbe ad analizzare meglio il modo con cui ci poniamo di fronte ad esso (il trading) e, magari a sceglierlo in un'altra forma... meno stressante per il nostro modo di essere... 

Che fare? 

Chi si fosse riconosciuto nelle descrizioni fatte finora (chi per intendersi pensa di essere uno che generalmente "somatizza" di fronte allo stress) potrebbe provare a ricorrere alla tecnica di "selezione immaginativa" per cercare di individuare le fonti principali del proprio stress. Il procedimento è semplice ma, al solito, di grande portata psicologica...
In un primo momento dobbiamo cercare di elencare tutti i principali fattori di stress presenti, individuabili nelle situazioni che creano disagio o che sono fonte di discussione con chi condivide con noi, oltre la quotidianità, gli affetti... lasciamo a questa prima fase il tempo necessario, dedichiamogli qualche giorno...magari anche una settimana.
Quando pensiamo di averli individuati tutti passiamo alla seconda fase: scegliamo un giorno in cui siamo particolarmente liberi da impegni, un luogo dove possiamo trascorrere un paio d'ore tranquilli senza essere "disturbati". 
Mettiamoci calmi, è il nostro momento.
Prendiamo il primo "elemento stressante", chiudiamo gli occhi ed iniziamo a pensare, cercando di immaginare come sarebbe la nostra vita senza di esso, in termini di tranquillità emotiva però e non di maggiore o minore piacevolezza... dobbiamo farlo concretamente cercando di immaginare la nostra giornata così com'è, dalla mattina alla sera, uguale a sé stessa e diversa solo per l'assenza di uno (ed uno solo) dei nostri "elementi stressanti"
Uno ad uno i nostri "stressors" scorreranno davanti ai nostri occhi nella loro assenza... alle giornate trascorse in loro assenza, ad una ad una, daremo un punteggio (magari le solite 1,2,3 "stelline") in relazione alla minore o maggiore tranquillità percepita, riuscendo così, alla fine, ad individuare il posto occupato dal nostro "trading" all'interno della "graduatoria finale"... 

Certo, se finisce "piazzato, tra i primi tre, ci sarà difficile continuare ad ignorare la valenza stressante della nostra esperienza, sarà utile allora passare magari ad una "terza fase" in cui potremo trovare, se proprio l'interesse è tanto da non poterne fare a meno, un modo diverso e più in linea con le nostre modalità personali e, soprattutto, facendo i conti con le altre nostre attività cui dobbiamo, per necessità, inevitabilmente "fare i conti"...
Ma di questo ci occuperemo quando parleremo della "scelta del trading", per il momento accontentiamoci di individuare qual è il "peso" del trading all'interno del "paniere dei nostri stressors"...
A lunedì prossimo...
Pietro Di Paolo
 
 

(1) "Psichiatria, manuale di scienze del comportamento e psichiatria clinica", H.I. Kaplan, B. J. Sadock, J. A. Grebb, Centro Scientifico Internazionale. 

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