I meccanismi di difesa - 14  
la scorsa settimana vi avevo promesso, per oggi, maggiore aderenza al nostro "programma", quindi, senza indugio alcuno, eccomi pronto per parlarvi della "Rimozione". 

Potente potentissimo meccanismo (di "difesa", nella accezione che ormai sappiamo dare a questo termine), questa illuminante intuizione, come già vi ho detto, gettò le basi per l'intera riflessione freudiana sulla possibilità di una "vita inconscia" parallela alla comune esperienza "cosciente" di ogni giorno... nozione questa oramai condivisa dal comune pensiero di tutti, dalla nascita, oserei dire... 

Rimozione, quindi dicevamo, da rimuovere, togliere, eliminare completamente dalla coscienza l'esperienza penosa in questione... eliminare dalla memoria sia l'avvenimento che la relativa emozione negativa. 

Fatto!... Abbiamo eliminato dalla coscienza qualcosa di penoso ma, e non mi stancherò mai di ripeterlo, il momentaneo benessere va a discapito del "risultato a lungo termine": ah come sarebbe stato meglio mantenere in memoria il ricordo di quell'evento... quale guadagno futuro il riuscire a sopportare oggi questo "stress emotivo"... 

Allora, Che fare?...
... Dove finisce il rimosso? E' possibile recuperarlo?... E poi, conviene veramente farlo?
I dubbi e le domande, immagino, si susseguono veloci... 

Ma andiamo per ordine:
1. Dove finisce il rimosso? Presto detto, nell'inconscio o, per dirla meglio, nella parte inconscia del nostro "IO"... 
2. E' possibile riportarlo alla coscienza: Si
3 Conviene veramente farlo? Si, anzi no, anzi ancora... forse!
Mi spiego meglio o, perlomeno, ci provo...
Dipende dal rapporto costo/beneficio... da quello che abbiamo rimosso e da quanto ci costa, anche e soprattutto in termini di "economia psicologica" riportarlo alla coscienza...
Molto più facile (ed "economico") sarebbe, una volta capita l'importanza del non-rimuovere, piuttosto che "piangere sul latte versato" (cosa che faremmo cercando di "ricordare"), meglio sarebbe, dicevamo, sforzarci ad imparare a farlo il meno possibile... 

Le applicazioni di tutto il discorso al trading sono abbastanza evidenti, o almeno spero...
La tendenza naturale e spontanea quindi è quella di "mantenere in memoria" (cosciente) solo quelle esperienze legate ad emozioni positive (esperienze di trading vincenti) e "confinare" nell'inconscio le altre, quelle legate alle nostre esperienze di trading perdenti... 
Finisce così che ricordiamo (o perlomeno "tendiamo-a") solo i primi ed a questo punto è fin troppo facile "essere in guadagno" e pensare di avere in mano una strategia globale di trading perfetta...
Basterebbe un foglio ed una matita dove annotare tutte ma veramente tutte le operazioni fatte mano mano che queste divengono... anche quelle di poco conto.... "da una lira"... quelle che, soprattutto nel mondo delle opzioni e cw dovrebbero assicurarci il "colpaccio" da guadagni con percentuali di incremento a due, tre cifre e che invece finiscono quasi sempre in maniera misera... In fondo ce lo aspettavamo, lo avevamo considerato un "investimento a perdere" tanto che avevamo "puntato" solo poche lire... o la va o la spacca...
Il problema principale di ciò sta nel fatto che, alla fine, queste uscite rischiano di non venir calcolate nella verifica della nostra "strategia di trading"... rischiano di "essere rimosse" tanto più facilmente quanto più esigue... inoltre la formica insegna, questa volta, purtroppo, al contrario... togli oggi e togli domani la "montagna" diventa un "mucchietto" e se non stiamo attenti finisce che quando ce ne accorgiamo è troppo tardi... 

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