la
scorsa settimana vi avevo promesso, per oggi, maggiore aderenza al nostro
"programma", quindi, senza indugio alcuno, eccomi pronto per parlarvi della
"Rimozione".
Potente potentissimo
meccanismo (di "difesa", nella accezione che ormai sappiamo dare a questo
termine), questa illuminante intuizione, come già vi ho detto, gettò
le basi per l'intera riflessione freudiana sulla possibilità di
una "vita inconscia" parallela alla comune esperienza "cosciente" di ogni
giorno... nozione questa oramai condivisa dal comune pensiero di tutti,
dalla nascita, oserei dire...
Rimozione,
quindi dicevamo, da rimuovere, togliere, eliminare completamente dalla
coscienza l'esperienza penosa in questione... eliminare dalla memoria sia
l'avvenimento che la relativa emozione negativa.
Fatto!... Abbiamo
eliminato dalla coscienza qualcosa di penoso ma, e non mi stancherò
mai di ripeterlo, il momentaneo benessere va a discapito del "risultato
a lungo termine": ah come sarebbe stato meglio mantenere in memoria il
ricordo di quell'evento... quale guadagno futuro il riuscire a sopportare
oggi questo "stress emotivo"...
Allora, Che
fare?...
... Dove finisce
il rimosso? E' possibile recuperarlo?... E poi, conviene veramente farlo?
I dubbi e
le domande, immagino, si susseguono veloci...
Ma andiamo
per ordine:
1. Dove finisce
il rimosso? Presto detto, nell'inconscio o, per dirla meglio, nella parte
inconscia del nostro "IO"...
2. E' possibile
riportarlo alla coscienza: Si
3 Conviene
veramente farlo? Si, anzi no, anzi ancora... forse!
Mi spiego
meglio o, perlomeno, ci provo...
Dipende dal
rapporto costo/beneficio... da quello che abbiamo rimosso e da quanto ci
costa, anche e soprattutto in termini di "economia psicologica" riportarlo
alla coscienza...
Molto più
facile (ed "economico") sarebbe, una volta capita l'importanza del non-rimuovere,
piuttosto che "piangere sul latte versato" (cosa che faremmo cercando di
"ricordare"), meglio sarebbe, dicevamo, sforzarci ad imparare a farlo il
meno possibile...
Le applicazioni
di tutto il discorso al trading sono abbastanza evidenti, o almeno spero...
La tendenza
naturale e spontanea quindi è quella di "mantenere in memoria" (cosciente)
solo quelle esperienze legate ad emozioni positive (esperienze di trading
vincenti) e "confinare" nell'inconscio le altre, quelle legate alle nostre
esperienze di trading perdenti...
Finisce così
che ricordiamo (o perlomeno "tendiamo-a") solo i primi ed a questo punto
è fin troppo facile "essere in guadagno" e pensare di avere in mano
una strategia globale di trading perfetta...
Basterebbe
un foglio ed una matita dove annotare tutte ma veramente tutte le operazioni
fatte mano mano che queste divengono... anche quelle di poco conto....
"da una lira"... quelle che, soprattutto nel mondo delle opzioni e cw dovrebbero
assicurarci il "colpaccio" da guadagni con percentuali di incremento a
due, tre cifre e che invece finiscono quasi sempre in maniera misera...
In fondo ce lo aspettavamo, lo avevamo considerato un "investimento a perdere"
tanto che avevamo "puntato" solo poche lire... o la va o la spacca...
Il problema
principale di ciò sta nel fatto che, alla fine, queste uscite rischiano
di non venir calcolate nella verifica della nostra "strategia di trading"...
rischiano di "essere rimosse" tanto più facilmente quanto più
esigue... inoltre la formica insegna, questa volta, purtroppo, al contrario...
togli oggi e togli domani la "montagna" diventa un "mucchietto" e se non
stiamo attenti finisce che quando ce ne accorgiamo è troppo tardi... |